THE SHROUDS – SEGRETI SEPOLTI David Cronenberg
Pare che in origine questa roba dovesse essere una serie TV in più puntate per Netflix. Ma, secondo la leggenda, dopo aver letto le sceneggiature dei primi due episodi, il colosso dello streaming avrebbe fatto marcia indietro. Perché sì, quando c’è da tirare fuori i soldi veri, nemmeno un nome pesante come quello di Cronenberg riesce sempre a far breccia.
Siamo andati a vederlo, questo nuovo film, e facciamola semplice: “The Shrouds” è mediocre. La trama si muove a fatica, ogni tanto prova ad accelerare, ma poi si piega su se stessa e torna a trascinarsi. Il tocco di Cronenberg si vede qua e là — nelle inquadrature, nel montaggio, nelle atmosfere sonore — ma non basta. Non intrattiene, non stimola, non lascia niente su cui riflettere davvero. I protagonisti sono Vincent Cassel e Diane Kruger. Cassel fa il minimo sindacale: il personaggio non gli calza addosso, e la sua espressività è ai minimi. Probabilmente ricorderà questa esperienza più per le scene spinte — con la Kruger e, in parte, con Sandrine Holt — che sembrano inserite più per svegliare lo spettatore che per dare senso alla narrazione. Diane Kruger? Sempre splendida, certo. Ma artisticamente il suo contributo si ferma lì. Fate voi i conti sulla resa del personaggio…
C’è anche Guy Pearce: vale il giudizio appena dato per Diane Kruger.
La trama. Karsh è un imprenditore rimasto vedovo che inventa una tecnologia in grado di permettere ai vivi di osservare in tempo reale i propri cari estinti decomporsi all’interno delle loro bare. Una notte, vengono profanate molte tombe, tra cui quella della defunta moglie di Karsh, che si mette sulle tracce dei responsabili.
Il film prova a mescolare tecnologia, corpi e intelligenza artificiale, ma il risultato è un minestrone insipido. E il finale? Peggio: rende il tutto indigesto. Non vi spoileriamo gli ultimi dieci minuti perché vogliamo bene ai nostri lettori… ma sappiate che sì, è una gran boiata.
