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MÈSA Touchè

mesa touche

Mèsa è romana e la sua musica si va a collocare fra Levante e la Maria Antonietta più quieta. Ma è solo un giochino di rimandi, perché in realtà l’esordio della cantautrice capitolina è interessante proprio perché è abbastanza originale, soprattutto se paragonato con quello che abitualmente si sente – declinato al femminile – in ambito rock-pop-cantautorale indipendente.

Touchè” è un disco che potrebbe segnare l’inizio di un bel percorso artistico, perché gli ingredienti giusti ci sono tutti: la scrittura è matura, il cantato di Mèsa non è perfetto ma efficacissimo, le melodie sono carine e la presenza scenica della Nostra mette assieme due gambe lunghe e un visino simpatico. E anche l’etichetta è quella giusta: Bomba Dischi negli ultimi anni ha fatto un lavoro strepitoso sul mercato italiano.

In scaletta 11 brani per 45 minuti di musica. Noi avremmo asciugato un pochino i pezzi per dar loro maggiore incisività, perché a volte abbiamo la sensazione che Mèsa allunghi un pochino il brodo, magari con qualche parte strumentale di troppo – in questo senso, “Morto a galla” è un buon esempio per meglio definire il concetto appena espresso.

Le canzoni di Mèsa sono pagine di diario e non si azzardano a sfiorare i massimi sistemi del mondo, ma cercano di indagare l’universo della Nostra, che evita – saggiamente – di prendersi troppo sul serio o di esaltare il proprio Io. Questo consente all’ascoltatore di trovare dei punti di contatto immediati con l’immaginario lirico proposto.

Il brano migliore? “Non me lo ricordavo”.

Review Overview

QUALITA' - 72%

72%

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