EDDA Illusion

La produzione di Gianni Maroccolo si sente tutta in questo “Illusion“: tutti i brani in scaletta hanno un’idea, un arrangiamento, un suono che colpiscono e danno un… colore prelibato all’arte di Edda. Ma alla fine dell’ascolto, la provocazione ci resta in canna: c’era bisogno di questa produzione così raffinata? La musica di Edda è selvatica, randagia e selvaggia per natura, e anche in questo nuovo capitolo il Nostro si diverte a manipolare il pop e la melodia con la perfidia di chi fa musica per un equilibrio personale. Insomma, vale davvero la pena produrre una musica così istintiva, a tratti persino primitiva nell’uso di un immaginario adulto/infantile che da anni ormai definisce i testi dell’ex leader dei Ritmo Tribale? Oppure l’unico vero produttore di Edda è se stesso?

Anche in questo cd, Edda si conferma uno dei cantautori (?) migliori della sua generazione, un talento naturale che come Messi può permettersi di tirare un calcio al pallone e di metterlo nel “sette” senza allenamento, per l’invidia di quelli che della produzione hanno bisogno per davvero. Un “lucky bastard”, direbbero in America.

La scaletta è isterica: i primi due pezzi sono potentissimi, poi qualcosa viene a mancare per tornare nel finale. Un disco di qualità, poche storie.