Non è un’iperbole o una sparata, mettiamo le mani avanti: in Italia sono pochi i cantautori che hanno una capacità di maneggiare il pop, la melodia, l’orecchiabilità come Cappadonia, lui è davvero un fuoriclasse, ma mica da oggi, insomma, lo sapevamo ben prima di questa bella “Dorian Gray“, che porta con sé tutto il repertorio tipico dell’artista siciliano, quindi gli aperti rimandi ai Beatles, agli Anni Sessanta e Settanta, a stagioni della nostra tradizione italiana che sembrano morte e sepolte sotto il peso del rap e della trap, ma che sono sempre lì, a portata di mano dentro di noi, perché è la nostra musica. Cappadonia con “Dorian Gray” ci ricorda solo (si fa per dire, eh) che si possono scrivere belle canzoni dando un occhio al contenuto e un colpo all’orecchiabilità. E senza autotune.