Cinema2019

CLIMAX Gaspar Noé

climax

Gaspar Noé ha sprecato ancora il suo talento – ha titolato nei giorni scorsi un popolare portale. Che stronzata. “Climax“, semmai, è proprio il contrario, è un film che esalta la gran classe del regista franco-argentino, che mette in questo lavoro tutto ciò che avevamo già visto nelle sue opere precedenti e lo valorizza con una regia superba. Insomma, “Climax” è grande cinema, è l’estetica che si mischia alle idee non risultando però semplice lavoro stilistico per nerd da grande schermo, è proprio arte, quella che da troppi anni manca – ad esempio – al cinema di casa nostra, perché mentre noi ce lo meniamo con l’inquadratura caruccia di un Guadagnino o di un Sorrentino, gli odiati(?) cugini francesi continuano da tre lustri a spostare sempre più in alto l’asticella, con autori come Noé oppure col visionario Pascal Laugier. Per non parlare delle commedie – giusto per divagare un attimo: per decenni li abbiamo surclassati, oggi esportano le loro in tutto il mondo perché oltre a far ridere sono fatte con un gusto estetico che noi ci sogniamo.

Ma torniamo a “Climax”. Siamo sul finire degli Anni Novanta. Una compagnia di ballo si ritrova per le prove in un remoto edificio scolastico in una notte d’inverno. Un brindisi a base di sangria dà il via però ad un incubo senza fine quando qualcuno versa nel vino della droga.

Quello di Noé è un film al risparmio – soltanto per ciò che concerne il budget, non certo per i contenuti: è costato neppure 3 milioni, non ci sono grossi esterni e tutto si regge su lunghissimi piani sequenza che esaltano lo stile del regista, nuovamente alle prese con tematiche a lui care: vita, morte, aborto, nascita, droga, violenza, orrore. Per tutta la pellicola abbiamo questa telecamera che segue e lascia i protagonisti di continuo, avvitandosi su se stessa come a voler immergere lo spettatore in un Inferno dantesco dove è la musica a scandire il tempo e dove l’inevitabile ha tante facce diverse come poi il finale svelerà.

La sceneggiatura di Noé è stata criticata soprattutto nei dialoghi della prima parte. Quando cioè i giovani sono filmati mentre discutono a gruppetti di argomenti legati al sesso e all’effimero. Noi li abbiamo trovati estremamente realistici invece, e per nulla tirati per i capelli. E soprattutto attuali – anche se il film si riferisce a due ventenni fa. Che piaccia o no, i giovani parlano di sesso spesso e volentieri, e lo fanno con un linguaggio sconsacrato. Pensare che invece – in una serata di baldonaria – parlino col mignoletto all’insù di Marx è una fesseria che rende onore solo a chi può pensarla.

Tutto in “Climax” funziona: dalla narrazione essenziale, al montaggio moderno, ai giovani attori in scena sino alla fotografia, con il rosso e nero che spesso dominano come nelle produzioni del passato di Noé. In conclusione: oltre il classico horror, ecco un prodotto di gran classe destinato a diventare un piccolo “cult”.

Review Overview

SCORE - 8

8

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