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IL TERZO ISTANTE Estraneo

terzo istante estraneo

Lo ammettiamo, ci diverte di più recensire i dischi che non ci piacciono rispetto a quelli che ci piacciono. E questo per due motivi: ci sembra di rubare tempo al lettore quando un album è valido (“…non leggere, fidati e vai a sentirlo”), e poi perché ci piace consigliare migliorie più che stroncare o incensare.

La premessa sopra per dire che “Estraneo” è un disco che ci convince parecchio. E ci è piaciuto al primissimo ascolto. Anzi, vi diciamo di più: dopo le prime due canzoni avremmo già potuto scrivere la recensione, perché quando la qualità c’è, la percepisci in un attimo; quando le idee ci sono, te ne accorgi in pochi minuti. Alla faccia di chi dice che l’immediatezza (in musica) è un difetto…

L’album dei torinesi Il Terzo Istante parla – in maniera intima – usando la lingua del rock indipendente, usando un filo di elettronica, un po’ di pop e un piglio cantautorale che si traduce in canzoni mai banali e che hanno qualcosa da dire. In alcuni episodi la band riesce a costruire soluzioni melodiche che scivolano verso un’epicità che ci piace parecchio, come nel caso di “Dissolversi” e “C’era un’altra volta”. Ma occhio anche a “Scegliere” e “Sei Dicembre”. Nel compact compare anche il grande Paolo Benvegnù – come dire: aggiungiamo qualità a qualità

In conclusione: un disco che gira lontano dai soliti luoghi comuni. Promossi senza esitazione.

Review Overview

QUALITA' - 72%

72%

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