MASSIMILIANO MARTINES Ciclo di lavaggio
C’è chi l’ha definito “un album contorto e difficile”. A noi invece il terzo lavoro di Massimiliano Martines sembra un disco estremamente accessibile e coraggioso il giusto. “Ciclo di lavaggio” è un buon album? Assolutamente sì, perché quello di Martines è un cantautorato moderno con influenze varie: da Giovanni Lindo Ferretti (tanto) ai Massimo Volume (poco), più qualcosa di Battiato e mille altre sfumature. Insomma, “Ciclo di lavaggio” pesca qua e là ma senza esagerare.
In scaletta 10 brani per 42 minuti di musica. Le liriche di Martines abbracciano una dimensione intima e virano quasi sempre sul dark; sotto l’aspetto sonoro il compact ci piace parecchio: le costruzioni melodiche sono solide, gli arrangiamenti funzionali, l’artista canta bene e quasi tutte le canzoni hanno una loro identità. Cosa manca? Mancano i singoli. I pezzi di Martines si lasciano ascoltare e riascoltare, ma la sensazione è che il potenziale non sia stato sfruttato a dovere. Se ovviamente l’obiettivo è quello di andare oltre la nicchia. E secondo noi Martines ha le carte in regola per puntare in alto. Il pezzo migliore? “La guerra dei fiori rossi”. Ma occhio anche a “I colori dell’autunno”, “Mi sto preparando” e “Sogni neri”.