BOLOGNA VIOLENTA Discordia
E’ da un po’ che seguiamo Nicola Manzan. E il suo percorso artistico ha una coerenza pazzesca. Prendete questo “Discordia“, il quinto volume del progetto Bologna Violenta, primo lavoro fatto a quattro mani assieme a Alessandro Vagnoni. Buttatelo nello stereo e – se avete già confidenza con i lavori precedenti di Manzan – vi suonerà estremamente familiare ma anche nuovo, perché molti isterismi sonori del passato sono qui stati addolciti in fase di arrangiamento dei suoni. Mentre se Bologna Violenta non sapete neppure cos’è, tranquilli, siete comunque nel posto giusto e al momento giusto, perché questo è forse l’album più… pop di Manzan. Intendiamoci, non vogliamo prendervi per il culo, siamo sempre nel campo della sperimentazione, del rock che insegue il punk, il metal, il jazz, ma “Discordia” si lascia ascoltare anche da orecchie non particolarmente avvezze a certi suoni difficili.
«”Discordia” è il quinto album di Bologna Violenta. E’ il primo lavoro fatto a quattro mani da me e Alessandro Vagnoni, ed è ispirato agli Esseri umani che dedicano la propria vita a mettersi gli uni contro gli altri per avere poi un unico, comune finale: la morte. E’ un disco che nasce dalle frustrazioni, da sogni infranti, da ingiustizie che alimentano ogni giorno l’odio per ciò che mi sta intorno. Nasce dalle mie paure, dal mio volere costantemente tutto e il contrario di tutto. E’ il frutto delle continue lotte personali contro me stesso, contro ciò che sono rispetto a quello che vorrei essere».
In scaletta 16 frammenti per 24 minuti di musica. Il menù è saziante e l’impressione è che ogni cosa stia al punto giusto. Un lavoro, insomma, estremamente maturo, che accelera, decelera e accelera di nuovo senza però infastidire l’ascoltatore. E’ musica di nicchia, tuttavia ha il potenziale per farsi apprezzare da un pubblico ampio.